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Riciclo batterie EV in Europa: molto potenziale, pochi incentivi

Riciclo batterie EV in Europa

Riciclo batterie EV in Europa: molto potenziale, pochi incentivi

Secondo una recente ricerca di Transport & Environment (T&E), entro il 2030 i materiali riciclati potrebbero coprire il fabbisogno di materie prime per la produzione di 2,4 milioni di veicoli elettrici in Europa. Questo significherebbe raggiungere l’autosufficienza nelle risorse e creare una filiera a basso impatto ambientale.

Il riciclo locale dei materiali, inoltre, potrebbe abbattere fino al 19% l’impronta carbonica legata all’approvvigionamento di litio, grazie all’uso crescente di energie rinnovabili. Oltre ai benefici ambientali, ne beneficerebbe anche l’economia: sviluppare una filiera di riciclo europea significherebbe rafforzare la catena di approvvigionamento e creare migliaia di posti di lavoro qualificati.

Tuttavia, l’Europa non è attualmente pronta a sfruttare appieno questo potenziale. La capacità di riciclo esistente è dieci volte inferiore a quella necessaria per soddisfare la domanda prevista entro il 2030. Sebbene siano stati annunciati oltre 30 progetti di recupero dei materiali, quasi la metà di essi è in sospeso o incerto a causa di costi energetici elevati, carenza di competenze tecniche e mancanza di supporto finanziario sufficiente. ​

Per affrontare queste sfide, T&E suggerisce che l’Europa dovrebbe integrare con urgenza il supporto alla circolarità e al riciclo nelle sue politiche, trattandolo come un’altra tecnologia pulita. Inoltre, i programmi di finanziamento dell’UE e nazionali dovrebbero prioritizzare progetti integrati di recupero dei materiali, inclusi quelli per la commercializzazione. ​

Alcuni grandi costruttori come Volkswagen e BMW hanno iniziato a investire in infrastrutture per il riciclo, riconoscendone il valore strategico. Le tecnologie stanno evolvendo, e l’economia di scala potrebbe rendere i materiali riciclati sempre più competitivi rispetto a quelli estratti.

Nel frattempo, la ricerca continua a offrire soluzioni promettenti: università e centri tecnologici europei stanno sviluppando sistemi automatizzati per il disassemblaggio delle batterie e processi avanzati per la separazione dei materiali. I progetti pilota avviati in Germania e Svezia mostrano già tassi di recupero superiori al 90%, dimostrando che le basi tecnologiche per una filiera circolare e sostenibile ci sono. Ora servono investimenti concreti per trasformarle in realtà.