La guida autonoma da utopia sta diventando sempre più realtà e nel mondo sono già stati avviati i primi esperimenti di mezzi per il trasporto merci e il trasporto pubblico con pilota automatico, come il progetto RIDE2RAIL avviato a Helsinki che prevede la sperimentazione di un servizio di “Robobus” per il trasporto di passeggeri e di cui FIT Consulting è coordinatore delle dimostrazioni pilota.
Ne abbiamo parlato anche qui.
Una recente indagine europea ha inoltre rivelato che le aspettative dei cittadini in relazione ai cosiddetti CAV (connected and autonomous vehicles) sono prevalentemente positive soprattutto per quanto riguarda la sicurezza stradale e la sostenibilità ambientale.
In particolare, l’Italia ha registrato il livello più alto di aspettative positive (64% di commenti positivi da parte degli intervistati sul tema della sicurezza stradale).
Ma a che punto è la mobilità autonoma per quanto riguarda la logistica e il trasporto merci?
Se le vetture private più avanzate in vendita oggi in Europa hanno raggiunto un’autonomia di livello 2 su una scala di 5 (cioè il conducente deve sempre e comunque essere presente a bordo e con le mani ben salde sul volante detenendone, di fatto, il controllo), una decisa accelerazione sul fronte della guida autonoma arriva da oltre oceano e, in particolare, dal settore del trasporto merci.
Già da qualche mese, infatti, negli Stati Uniti, e in particolare in Texas, Nuovo Messico e Arizona, stanno circolando autoarticolati dotati di guida autonoma di livello 4. A questo stadio, cioè, il conducente a bordo deve occuparsi solo del primo e dell’ultimo miglio, vale a dire di governare il mezzo dai magazzini di partenza all’autostrada e poi dallo svincolo di uscita alla destinazione finale delle merci. In tutto il tratto intermedio il camion si muove da solo.
Con il quarto livello, infatti, il sistema è in grado di controllare lo sterzo, la velocità e l’ambiente circostante ed è in grado di gestire situazioni dinamiche senza il supporto del guidatore. Unico limite: le condizioni ambientali e atmosferiche favorevoli.
Mappa dei sei stadi di guida autonoma definiti da Sae (Society of Automotive Engineers)
I primi esperimenti su strada
La prima realtà negli Stati Uniti a testare camion hitech con guida autonoma di quarto livello è stata TuSimple. La startup conta infatti di riuscire a mettere su strada i suoi mezzi già a partire dal 2024 e i primi test sembrano dimostrare che la rotta intrapresa sia quella giusta.
Lo scorso maggio, infatti, una corsa sperimentale da 1.450 km, tra Nogales, in Arizona, e Oklahoma City, si è completata in 14 ore anziché le 24 abitualmente previste e i risultati sono stati così buoni che già circa 7mila autoarticolati a guida autonoma dell’azienda sono stati opzionati da alcuni tra i più importanti corrieri Usa.
Anche altre realtà si stanno però già muovendo per testare i propri veicoli a guida autonoma su strada. È il caso per esempio di Waymo, azienda del gruppo Alphabet che dal 2017 ha creato la divisione WaymoVia per lo sviluppo di camion autonomi.
Il quadro europeo
Ma se gli Stati Uniti sono precursori di questa nuova tecnologia, anche in Europa qualcosa si sta muovendo.
Iveco lo scorso aprile ha annunciato l’accordo con Plus, hitech company basata in Silicon Valley e impegnata nello sviluppo di sistemi di guida autonoma.
Man sta testando il cosiddetto “platooning” che consiste nel creare convogli che, grazie a sistemi di guida autonoma, viaggiano perfettamente incolonnati, realizzando un effetto scia che si traduce in un risparmio del carburante fino al 10% con notevoli impatti – in positivo – anche sulla sostenibilità ambientale.
Al momento, però, tutti questi camion intelligenti prevedono ancora la presenza del conducente a bordo, dal momento che la normativa non consente livelli di guida autonoma pari a 4. In Italia, per esempio, la normativa consente livelli di guida autonoma pari a 1 o 2.
Gli unici due Paesi che al momento hanno previsto un aggiornamento al Codice della Strada tale da consentire livelli di guida autonoma superiori sono Francia e Germania che, a partire dal 2022, apporteranno svariate modifiche alle regolamentazioni per la circolazione, aprendo di fatto le porte ai sistemi driverless con un quadro normativo a essi dedicato.
Per il resto d’Europa le stime prevedono il 2027 come anno dal quale si potrà iniziare a parlare concretamente di introduzione di veicoli privi di pilota.
Fonte: Il Sole 24 Ore, 4 novembre 2021, “Camion senza autista? Sono già in strada”.