La pandemia da Covid-19 ha avuto un forte impatto – in negativo – sulla mobilità condivisa ma, come abbiamo raccontato anche qui, nel 2021 i dati relativi alla Sharing Mobility sono tornati a crescere, tanto che lo scorso mese di luglio l’Osservatorio Nazionale aveva registrato livelli simili a quelli pre-pandemia.
Crescita che non si è arrestata neanche nei mesi successivi, tanto che a fine 2021 i servizi di sharing di scooter, bike e monopattini hanno superato i valori del 2019 mentre il car sharing è ormai prossimo a raggiungere gli stessi risultati.
Questa tipologia di mobilità ha infatti sperimentato un calo annuale complessivo delle percorrenze del 30,6%, inferiore rispetto ad altri servizi di mobilità, come per esempio il servizio ferroviario regionale o ad alta velocità o il servizio di trasporto aereo, calati rispettivamente del 38%, 66% e 69%.
Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale presenti nel Quinto Rapporto Nazionale sulla sharing mobility, infatti, le iscrizioni ai servizi di sharing mobility in Italia hanno raggiunto la quota di 5. 600.000 con 158 servizi di sharing attivi in 49 città (il triplo del 2015); circa 15 milioni di Italiani possono utilizzare almeno un servizio di sharing con quasi 90.000 i veicoli in condivisione (auto, scooter, bici e monopattini).
Le città della sharing mobility
Milano, Roma, Torino e Firenze sono le quattro città italiane che detengono il record di servizi di sharing, offrendo alla cittadinanza la possibilità di usufruire di tutti quanti i mezzi in condivisione disponibili (car, bike, scooter, monopattini). Milano, in particolar modo, si conferma ancora una volta la città della mobilità condivisa e della multimodalità classificandosi al primo posto per tutti e 3 gli indicatori (percorrenze, numero veicoli, numero noleggi) e disponendo di tutte le tipologie di vehicle sharing.
Cresce anche Roma che si classifica al secondo posto, soprattutto in termini di flotte. Al terzo posto Torino. Seguono altre città metropolitane come Bologna, Firenze, Bari e Genova. Nella top 10 anche città medio piccole come Pescara, Rimini e Verona.
Brescia si distingue per un servizio di bike sharing pubblico molto efficiente e un car sharing station based.
Tra le città piu grandi, al contrario, Napoli rimane indietro nella classifica non disponendo di un servizio di scooter sharing mentre il car sharing è ancora moderato.
I dati sui noleggi giornalieri in Italia possono inoltre essere confrontati con lo Shared Mobility Index di Fluctuo che tiene sotto osservazione 16 città europee: il trend positivo registrato in 6 città italiane monitorate (Milano, Torino, Roma, Bologna, Cagliari e Palermo) è in linea e addirittura migliore di quello europeo.
I servizi più utilizzati
Tra il 2019 e il 2020 i servizi di sharing di monopattini hanno conosciuto un boom senza precedenti (+65%) così come gli scooter (+45%). La micromobilità (monopattini, biciclette, scooter), infatti, costituisce oggi il 91% dei veicoli in condivisione.
Questa tendenza si spiega con la preferenza delle persone di noleggiare veicoli che non hanno problemi di parcheggio e permette di ridurre i tempi di percorrenza e azzerare o quasi gli impatti ambientali dal momento che si tratta di veicoli senza motore o dotati di motore elettrico. D’altro canto, le città italiane hanno ancora bisogno di migliorare rapidamente la dotazione di infrastrutture adatte a questo tipo di veicoli, compresi parcheggi dedicati, per garantire spazi e sicurezza a tutte le modalità di trasporto.
Le nuove sfide della sharing mobility
Nonostante i numeri che confermano la maturità raggiunta dalla sharing mobility, il futuro presenta nuove sfide. Sarà infatti necessario aumentarne la diffusione: più del 50% dei capoluoghi italiani, infatti, non dispongono ancora di un servizio di sharing ed è urgente superare il divario esistente tra nord e centro-sud e tra città più grandi e città di dimensioni medio-piccole.
Per estendere la sharing anche dove l’imprenditoria privata non riesce a garantire i bisogni della collettività, è necessario, inoltre, sostenere i servizi di sharing mobility con modelli simili a quelli con cui si sostiene il trasporto pubblico, ma con volume di risorse di scala nettamente inferiore.
L’Osservatorio ha simulato quale sarebbe l’ordine delle risorse da impegnare annualmente per istituire un efficace servizio di bike sharing nei 76 capoluoghi che ancora non ne dispongono sottolineando come sia necessario mettere su strada circa 35.000 biciclette in condivisione, servendo circa 7 Milioni di italiani in più rispetto ad oggi. Ciò significherebbe aumentare la dotazione di risorse del Fondo Nazionale per il trasporto pubblico locale di solo lo 0,5% all’anno.
Un ulteriore elemento importante emerso è quello del ruolo che potranno avere nei prossimi anni le stazioni ferroviarie come “catalizzatori” di mobilità condivisa, consentendo ai vari servizi di sharing di disporre di spazi dedicati e facilmente individuabili.
“Mobility as a service”, un nuovo paradigma della mobilità
A giocare un ruolo cruciale per lo sviluppo della sharing mobility in tutta Italia sarà certamente il Maas, soluzione in grado di integrare diversi servizi di mobilità in un’unica App e che consente, con un solo clic, di programmare i propri spostamenti, pagarli e ricevere informazioni durante il viaggio, anche se questi si fanno con modalità di trasporto differenti e sono gestiti da operatori diversi.
L’obiettivo delle piattaforme MaaS è infatti quello facilitare l’uso di tutti i servizi di mobilità condivisa e incentivarne l’utilizzo.
Lo scorso luglio TTS Italia ha pubblicato il Documento contenente 12 raccomandazioni in grado di garantire lo sviluppo e la diffusione dei sistemi di MaaS in Italia. FIT Consulting, come socio di TTS Italia, ha contribuito direttamente ai lavori del Working Group che hanno portato alla stesura delle Linee Guida per lo sviluppo dei servizi MaaS in Italia.
Leggi qui tutti i nostri approfondimenti dedicati al tema MaaS.
Fonte: TTS Italia