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Barcellona trasforma la sua metropolitana in una centrale elettrica urbana

Barcellona ha trasformato la sua metropolitana in una centrale elettrica diffusa, sfruttando la frenata rigenerativa per generare energia da ogni rallentamento. Quando un treno decelera, l’energia cinetica che solitamente si dissipa viene convertita in elettricità. Il progetto, denominato metroCHARGE, è stato avviato con quattro stazioni di ricarica per veicoli elettrici, le cosiddette “electrolineras”, distribuite in città.

Attualmente, circa un terzo di questa energia viene riutilizzata direttamente per alimentare i convogli, mentre il surplus sostiene illuminazione, scale mobili e colonnine di ricarica per veicoli elettrici (EV) distribuite in città. Questo sistema amplia la rete di ricarica urbana senza richiedere nuove infrastrutture, rendendolo un modello per le città di tutto il mondo e ridefinendo il ruolo del trasporto pubblico come motore della transizione sostenibile.

Mentre altre città come Vienna, Filadelfia e San Paolo hanno adottato sistemi simili, il modello di Barcellona si distingue per la capacità di estendere l’energia recuperata oltre la rete ferroviaria, integrandola nella rete di ricarica per veicoli elettrici.

Vienna l’elettricità rigenerata viene impiegata esclusivamente per i treni, a San Paolo copre circa il 15% del fabbisogno metro, ma a Barcellona alimenta servizi urbani e contribuisce alla transizione elettrica del trasporto privato. Si stima che questo sistema possa coprire il 41% del fabbisogno energetico della metropolitana, contribuendo a ridurre le emissioni di CO₂ di circa 3.885 tonnellate all’anno, trasformando l’energia dispersa in una risorsa rinnovabile per la mobilità urbana. Un circuito che si autoalimenta e che potrebbe espandersi ulteriormente.

TMB sta già studiando l’integrazione del sistema nei tram e negli autobus e valuta la combinazione con pannelli solari e turbine eoliche, portando il concetto di trasporto pubblico a una nuova fase: non più solo rete di mobilità, ma anche fonte di energia rinnovabile. Oggi, infatti, la sfida è invertire il processo: non solo consumare, ma recuperare.