In Europa mancano 400mila autisti. Il dato – allarmante – emerge dalla ricerca di una società britannica che dimostra come “l’emergenza autisti” non riguardi solo l’Italia.
Nel Regno Unito, per esempio, si stima manchino oltre 60mila autisti, tanto che per rifornire supermercati, ristoranti e pompe di benzina è dovuto intervenire l’esercito. In Germania, invece, mancano all’appello circa 45mila lavoratori dell’autotrasporto e in Italia la cifra si aggira tra le 15 e le 20 unità.
“Il mercato del lavoro è un incrocio tra domanda e offerta in cui possono esserci dei mismatch” ha spiegato Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, recentemente intervenuto in diretta ad #Autotrasporto, il programma di Radio24 condotto da Andrea Ferro. “Servono politiche attive – ha continuato Giovannini – e un impegno da parte degli operatori privati, come per esempio le agenzie per il lavoro, e del settore produttivo, per far capire quali esigenze sono temporanee e quali sono di carattere permanente. La ripartenza economica è robusta, ci possono essere delle carenze di offerta di lavoro, ma è importante rispondere ai cambiamenti strutturali con contratti a tempo indeterminato e remunerazioni adeguate”.
Secondo Massimo Marciani, Presidente FIT Consulting, intervenuto nel corso dell’episodio di #Autotrasporto, la risposta è invece nella digitalizzazione del settore logistico. Non basta cioè soffermarsi sull’effetto, ma occorre comprenderne le cause. “La domanda da porci – ha spiegato Marciani – è la seguente: perché oggi non si trovano autotrasportatori? Perché attualmente il lavoratore è lasciato solo a risolvere problemi come congestioni stradali e nelle piattaforme di carico e scarico, slot che saltano, clienti che non sono pronti a ricevere la merce. Se il settore si muovesse verso la digitalizzazione, invece, tutte queste attività sarebbero raccolte in un modo proattivo, come accade per esempio nel settore aereo. La digitalizzazione e l’innovazione sono quindi la soluzione per trovare gli autisti”.
Digitalizzazione che comporterebbe notevoli conseguenze – positive – anche in termini di sostenibilità ambientale. Tema su cui la sfida è ancora più che aperta, considerando che entro il 2030 i Paesi dell’Unione europea dovranno ridurre le proprie emissioni di CO2 del 55% per far sì che l’Europa possa divenire il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, come abbiamo raccontato anche qui.
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