La mobilità del futuro sarà sempre più digitale e smart, tanto che nel prossimo decennio raddoppieranno i veicoli connessi, triplicheranno nella mobilità le connessioni di Internet Of Things e l’uso dell’Intelligenza Artificiale che crescerà del 25%. È quanto emerge dall’ultimo Studio pubblicato da The European House – Ambrosetti e OCTO, società di data analytics attiva nel campo della smart mobility.
Lo studio parte dalle premesse di un contesto italiano ancora molto dipendente dall’automobile, con un tasso di motorizzazione di 663 veicoli ogni 1000 abitanti, secondo in Europa solo al Lussemburgo, e con un valore molto più elevato rispetto agli altri principali Paesi europei (Germania 574, Spagna 513, Francia 482, Regno Unito 473). Tale risultato è significativo di quanto il nostro Paese sia dipendente dall’automobile, che da sola vale l’80% del traffico totale dei passeggeri. In prospettiva, un aumento della densità abitativa nei centri urbani pone sfide sempre maggiori per l’ecosistema e gli attori della mobilità (pubblici e privati).
I temi chiave per la mobilità del Paese
L’iniziativa ha visto la realizzazione di sette tavoli di lavoro tematici che hanno coinvolto 46 tra i principali stakeholder privati e pubblici dell’ecosistema della mobilità italiana (dalle Università alla Pubblica Amministrazione ad attori tecnologici a gestori della mobilità urbana ad assicurazioni) chiamati a lavorare su quattro temi chiave per la mobilità nel nostro Paese:
- Smart e Connected Mobility come abilitatori per la Smart City. Le nuove forme di interazione fra spazi fisici e digitali che contribuiscono alla ridefinizione del ruolo attivo dei cittadini come contributori e facilitatori della trasformazione.
- Mobility-as-a-Service. Il paradigma MaaS (Mobility as a service) come integrazione di diverse modalità di trasporto e diversi operatori, effettuata attraverso piattaforme condivise per fornire agli utenti finali una varietà di servizi che vanno dalla pianificazione del viaggio alla prenotazione, ai pagamenti e che necessitano della cooperazione di diversi operatori pubblici e privati;
- Mobilità Connessa e gestione delle flotte per la definizione di un quadro per lo sviluppo integrato del settore che consenta di individuare elementi per la gestione della transizione verso la sostenibilità ambientale, favorire lo sviluppo di nuove tipologie di servizi per ottimizzare il trasporto e il trasferimento di persone e merci, migliorare gli indicatori di gestione per ottimizzare il TCO (total cost of ownership) delle flotte di trasporto pubblico e privato, ottimizzare l’efficienza globale della mobilità e i processi operativi abilitati dai dati dei veicoli connessi.
- Ecosistemi e spazi-dati per la co-creazione di servizi. Tutte e tre le aree descritte in precedenza richiedono lo scambio e la condivisione dei dati generati dai veicoli connessi e dalle interazioni degli stessi con l’ambiente circostante. Per questo è necessaria la creazione di ecosistemi e spazi-dati dove la raccolta, la condivisione e l’elaborazione dei dati diventano elementi abilitanti per la generazione di nuovi servizi di mobilità e di nuovi modelli di business. In quest’ottica, quest’ultima area strategica è trasversale a tutte le precedenti.
I progetti pilota
Entro le quattro aree strategiche sono stati collocati 14 progetti pilota (che fanno riferimento ad altrettanti use case identificati) studiati per avviare e concretizzare la visione e la missione della via italiana alla mobilità connessa. Ciascuno di essi fa infatti riferimento alla risoluzione di uno specifico bisogno correlato ad un contesto d’uso e rappresenta quindi, un tassello chiave di un modello ecosistemico più ampio che contribuisce a definire un quadro completo entro cui i dati condivisi sono il denominatore comune.
I 14 progetti selezionati sono stati suddivisi all’interno delle 4 aree strategiche e condivisi e analizzati con i diversi stakeholder della mobilità in base alle diverse angolature di ognuno, durante i sette tavoli di lavoro sviluppati nel corso del 2022: Pianificazione urbana, Sicurezza Stradale, Mobility as a Service, Behavioural-based Pricing, Monitoraggio dell’efficienza delle flotte, Transition to green, Ecosistemi di scambio dati.
I lavori hanno aperto un confronto per individuare, approfondire e discutere le opportunità di sviluppo, le necessità sistemiche e le possibilità di collaborazione.
L’esperienza complessiva ha permesso di individuare alcuni punti chiave per i 14 progetti di Smart e Connected Mobility.
Le conclusioni
In primo luogo, non è possibile poter realizzare tutti i progetti pilota in una singola città contemporaneamente, perché il percorso di adozione è frutto di una sinergia con una roadmap di priorità “locali”. Piuttosto, risulta fondamentale indirizzare lo sviluppo iniziale con uno specifico ambito progettuale personalizzato sulle esigenze del singolo stakeholder.
Inoltre, è emersa in maniera chiara la necessità di far crescere la conoscenza dell’utilizzo delle tecnologie digitali per la mobilità attraverso la promozione di percorsi di sviluppo che coinvolgano le strutture tecniche per la realizzazione di soluzioni plug&play, ready-to-use e dalla comprovata efficacia.
Infine, l’introduzione di progetti di innovazione non è favorita da meccanismi formali e snelli che regolino il rapporto pubblico/privato e questo determina in molti casi rallentamenti nelle attività di sperimentazione e successiva concretizzazione di progetti.
Ad oggi, tutti i 14 progetti pilota, identificati da OCTO e The European House – Ambrosetti, risultano in corso di avviamento e/o sviluppo con enti pubblici locali e aziende private.
Fonte: ClickMobility.it