Elettrificazione del trasporto merci in Italia: i risultati dello studio condotto da FIT e Motus-E per consentire lo sviluppo resiliente e sostenibile del Paese
La circolazione di persone, merci, informazioni e idee è da sempre una componente fondamentale alla base dello sviluppo delle società umane. Pur essendo difficile da quantificare, è ormai accertato il legame diretto tra l’efficienza del sistema di mobilità di merci e di persone e la competitività e lo sviluppo del territorio: una mobilità efficiente e sostenibile abilita opportunità e genera effetti benefici moltiplicativi; per contro inefficienze del sistema di trasporto determinano alti costi, depauperamento delle risorse, progressiva marginalizzazione, etc.
I veicoli commerciali pesanti trasportano mediamente il 77% di tutte le merci che si muovono in Europa producendo il 6% del totale complessivo delle emissioni di gas serra, poiché per la quasi totalità (99%) sono alimentati da derivati del petrolio importati da altri continenti. Le emissioni complessive sono in costante aumento dal 2014.
Per far fronte a tale situazione, l’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra le cui emissioni nette dovrebbero scendere al 45% dei livelli del 1990 entro il 2030 e a zero entro il 2050. Per raggiungere gli obiettivi climatici, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli commerciali leggeri (e delle autovetture) di nuova produzione in cui è previsto che, per conseguire la neutralità climatica, occorra ridurre le emissioni prodotte dai trasporti del 90% entro il 2050. La legislazione approvata prevede l’obbligo per nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di CO2 dal 2035. L’obiettivo è quello di ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto al 2021.
Gli obiettivi dello studio
In questo scenario possiamo quindi affermare che oggi è possibile una modernizzazione intelligente dei sistemi di trasporto nelle nostre città e nei nostri territori.
Motus-E, associazione da sempre impegnata a promuovere la cultura della mobilità a zero emissioni, ha chiesto a FIT Consulting, società specializzata nelle analisi e nei modelli di innovazione della mobilità, di svolgere uno studio indipendente per definire quali possano essere i punti cardine di un ampio processo di decarbonizzazione e di elettrificazione del comparto del trasporto merci su gomma – una modalità di trasporto che vale nel nostro paese l’85% del totale delle merci movimentate –, contestualizzandoli in riferimento anche ai provvedimenti e agli incentivi che vengono messi a disposizione degli operatori logistici negli altri paesi europei e, inevitabilmente, nell’attuale momento di persistente congiuntura critica.
L’indagine svolta
Il lavoro condotto da FIT ha quindi fornito una valida base a Motus-E e ai suoi associati per presentare alla classe dirigente del Paese e agli stakeholder coinvolti poche e semplici proposte concrete che possano accelerare il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi ambientali stabiliti dall’Unione Europea. L’obiettivo è infatti quello di raggiungere risultati positivi e certi in tempi brevi, contribuendo così a uno sviluppo resiliente e sostenibile del nostro Paese, senza compromettere la filiera automotive.
Il lavoro fa il punto della situazione sul processo di transizione ecologica del settore del trasporto su gomma delle merci, sia in ambito urbano sia extraurbano, ed analizza nel dettaglio le possibili traiettorie di elettrificazione del settore in ragione della disponibilità/convenienza degli operatori del settore ad abbandonare veicoli commerciali endotermici (ICE) a favore dei Battery Electric Vehicles (BEV) confrontando i rispettivi Total Cost of Ownership (TCO).
Sulla base di questa analisi, realizzata per la prima volta in Italia raccogliendo dalle banche dati ufficiali i dati rilevanti effettivamente disponibili in ragione non solo della classe emissiva del veicolo (dalla Motorizzazione e dall’ACI) e della tipologia del veicolo in termini di portata (da ANFIA ed ACI), ma anche in ragione del tipo di missione e della filiera di riferimento (da Albo Autotrasporto e Camere di Commercio), sono stati sviluppati tre tipi di scenario:
Lo scenario ZET è stato elaborato da Cambridge econometrics e Politecnico di Milano e presentato nel relativo report, reperibile a questo indirizzo.
Allo scopo di fornire ai decisori politici una base fattuale completa e una prospettiva strategica che possa essere di supporto per un confronto consapevole al fine di prendere le migliori decisioni per il Paese non compromettendo il futuro delle prossime generazioni e le opportunità di sviluppo economico, è stata svolta una “What if Analysis” andando di volta in volta a simulare l’impatto di incentivi al mercato per i BEV (ad esempio azzeramento costi immatricolazione, di tassa di circolazione, di pedaggio autostradale, riduzione dei costi di assicurazione, contributi all’acquisto del veicolo, etc.) in ragione di quelli già in essere nei Paesi Europei, con il principio del “Value for Money”, e cioè dove lo Stato Italiano dovrebbe investire un euro per garantirsi il ritorno più consistente in termini di maggior numero di BEV circolanti.
La metodologia dello studio
Lo studio è stato complesso ed articolato, svolto seguendo una serie di passaggi che hanno portato a sviluppare le conclusioni contenute nella Roadmap finale:
- La segmentazione del mercato, definita secondo una metodologia accurata che ha consentito di ricostruire il parco veicolare che vede un 80% costituito da veicoli leggeri utilizzati prevalentemente per le missioni sulle distanze brevi e un 10% costituito da veicoli pesanti polarizzati su distanze brevi o molto lunghe. La filiera merce varia riunisce circa il 72% dei veicoli, il 23% appartiene alla filiera edile ed il 5% a quella dei rifiuti.
- Un benchmark a livello europeo, che ha apportato una serie di evidenze utili alla successiva identificazione degli incentivi per gli scenari ipotizzati
- L’analisi PESTLE (acronimo di Political, Economic, Social, Technological, Legal, Environmental), che ha consentito di evidenziare alcuni messaggi chiave utili alla successiva definizione della roadmap:
- La costruzione del modello per la stima della penetrazione dei BEV nel periodo 2023-2030, che si è articolata nelle seguenti fasi: calcolo del Total Cost of Ownership (TCO) dei veicoli ad alimentazione elettrica ed endotermica; uso della curva logistica (S-Curve) per la stima dell’immatricolato in funzione della progressione annua del TCO; analisi “What-if” e creazione degli scenari.
La Roadmap per l’elettrificazione del trasporto merci
L’analisi degli scenari ha fatto emergere come lo Scenario Possibile, caratterizzato da un mix di incentivi che consenta di innescare un effetto espansivo nel mercato BEV, sia quello maggiormente adatto a descrivere una possibile dinamica di trasformazione digitale e di transizione ecologica del settore. Gli incentivi ipotizzati su questo scenario sono da destinare a sostenere le spese di acquisto, di pedaggio autostradale e di tasse di immatricolazione e circolazione dei veicoli.
Il risultato finale dello studio consiste nella formulazione di una roadmap al 2030 che raccoglie le indicazioni chiave per le istituzioni e tutto il comparto del trasporto merci nazionale:
- Non più Business-as-usual, necessario piuttosto modificare le procedure sia per l’operatività giornaliera (es. prevedere dei microhub di prossimità per le consegne con cargo bike in città) sia per la gestione delle proprie infrastrutture (es. requisiti di sicurezza per il ricovero dei veicoli elettrici)
- Al momento non esiste una modalità o una metodologia univoca per la contabilizzazione della riduzione della CO2 derivante da questo segmento, che è necessario definire e concordare conciliando sensibilità ed approcci diversi
- Problema della capacità di fornitura elettrica in capo all’utente finale da affrontare e risolvere
- Per incoraggiare l’acquisto di veicoli a zero emissioni, è fondamentale prevedere pacchetti di incentivi quali l’esenzione da: tassa di immatricolazione, IVA, tasse sul carburante, pedaggi autostradali, accesso alle ZTL, passaggi sui traghetti, tariffe legate alla sosta, etc
- La partnership PP è una corsia preferenziale che favorisce l’inclusione nel processo di decarbonizzazione delle PMI e delle microimprese
- La creazione di “comunità energetiche rinnovabili” come libere associazioni tra operatori logistici, cittadini, PMI, enti locali porta al conseguimento di benefici economici, ambientali e sociali
Lo studio condotto da FIT consente quindi al settore del trasporto merci su strada di offrire un contributo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi posti dall’Unione europea – ridurre le emissioni del 55% in meno di dieci anni, rispetto ai valori del 1990, come stabilito dal Green Deal -, in modo da ottenere risultati positivi e certi in tempi brevi per contribuire allo sviluppo resiliente e sostenibile del nostro Paese, senza però compromettere la filiera automotive, ma anzi riqualificando i suoi lavoratori in termini di innovazione e competenze digitali.
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Questo contributo è stato scritto da: Fabio Cartolano, Managing Director FIT Consulting.
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