Secondo i dati del 20° Rapporto sulla mobilità di Isfort pubblicato lo scorso dicembre, gli italiani si muovono sempre di più in auto e sempre meno con i mezzi pubblici. Di fronte a questo scenario, sembra difficile il raggiungimento degli sfidanti obiettivi posti dall’Europa per limitare gli effetti ambientali del trasporto. Occorre dunque domandarsi a che punto siamo con le possibili alternative. Per questo motivo, il Rapporto Isfort contiene uno specifico focus sullo stato dell’arte della mobilità elettrica. Ecco i principali dati emersi e cosa dovremo aspettarci sul fronte della mobilità elettrica nel prossimo futuro.
Secondo Isfort, gli italiani considerano le auto elettriche ancora troppo care rispetto alle auto “tradizionali”, di conseguenza questa opzione fatica a decollare, nonostante il numero dei punti di ricarica sia aumentato notevolmente e il mercato dell’elettrico registri in generale una timida ripresa.
Gli italiani, quindi, sono pronti a passare all’auto elettrica? Secondo l’Osservatorio Audimiob sì: il 5,3% degli intervistati dichiara che sta valutando l’acquisto già entro l’anno e il 33% entro i prossimi anni. Un dato abbastanza omogeneo a livello territoriale, tuttavia la propensione è un po’ più alta tra gli intervistati del Mezzogiorno.
Tra i fattori che incidono negativamente sulla possibilità di acquisto, il più rilevante risulta essere il costo dell’auto (punteggio medio 4,19 in scala 1-5). Meno significativo, in termini relativi, è il tema dell’autonomia delle batterie. Infatti, per quanto riguarda le infrastrutture per la ricarica elettrica, alla fine del 2022 ne sono state rilevate poco meno di 20mila; i punti di ricarica sono invece oltre 36mila, con un incremento rispettivamente del +46,2% e del +41,2% rispetto a fine 2021. Rispetto al settembre 2019, invece, sia il numero di infrastrutture che quello dei punti di ricarica sono quasi quadruplicati. Un dato non irrilevante, considerato che in Italia si contano in totale 22.700 stazioni di rifornimento di carburanti tradizionali. In altre parole, meno di quelle dedicate alla ricarica elettrica. La distribuzione territoriale delle colonnine di ricarica premia però il nord (quasi il 60% dei punti), mentre al sud e nelle isole l’incidenza è appena del 20%.
Per quanto riguarda infine il trend di crescita generale delle auto elettriche, come si legge nel Rapporto, è stato impetuoso negli ultimi anni, seppure nel 2022 si sia registrata una parziale battuta d’arresto, effetto anche della minore appetibilità degli incentivi per l’acquisto.
Guardando ai numeri, le auto ad alimentazione ibrida (HEV) sono passate da poco più di 25mila immatricolazioni nel 2015 (1,6% del venduto) a quasi 450mila nel 2022 (34%); le auto ad alimentazione ibrida plug-in (PHEV) sono passate da 890 immatricolazioni nel 2015 (0,06% del venduto) a quasi 70mila nel 2022 (5,11%), tuttavia con una riduzione registrata nel 2022 (-3,2%). Infine, le auto ad alimentazione elettrica pura (BEV) sono passate da poco meno di 1.500 immatricolazioni nel 2015 (0,09% del venduto) ad oltre 67mila nel 2022 (5,11%). Eppure, la variazione negativa tra il 2021 e il 2022 è stata in questo caso molto forte: -27% e una quota di mercato passata dal 4,61% al 3,73%.