Il 14 luglio prossimo potrebbe essere una data storica per la guida autonoma.
Potrebbero infatti essere apportate delle modifiche alla Convenzione di Vienna sulla circolazione e traffico, attualmente in discussione presso l’Unece (Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite), che consentirebbero la guida autonoma di Livello 3, cioè il livello che permette al guidatore di non dover tenere sempre le mani sul volante. Importante sottolineare, però, che la guida autonoma definita da SAE come Level 3 richiede comunque che il guidatore sia pronto a prendere il controllo del veicolo in caso di necessità, a differenza del livello 2 che implica che il guidatore sia sempre attivo e che gli automatismi siano solo di supporto e non di sostituzione del suo operato.
Le possibili criticità
Le modifiche, in vigore per l’appunto dal 14 luglio, sono però in potenziale conflitto con il Codice della Strada che definisce i veicoli, all’Articolo 46, come “tutte le macchine di qualsiasi specie che circolano sulle strade guidate dall’uomo“. Un primo potenziale allentamento di questa definizione risale già al Decreto Ministeriale del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) del 28 febbraio 2018 che disciplina la sperimentazione della guida autonoma e le smart road, definite come “infrastruttura stradale per le quali è compiuto un processo di trasformazione digitale orientato a produrre piattaforme di osservazione e monitoraggio del traffico, modelli di elaborazione dei dati e informazioni, servizi avanzati ai gestori delle infrastrutture, alla pubblica amministrazione e agli utenti della strada”. Queste strade possono quindi rilevare e trasmettere dati ai veicoli compatibili per segnalare in tempo reale situazioni di pericolo e quindi aiutare gli ADAS nel loro compito.
Se le modifiche alla Convenzione di Vienna fossero quelle anticipate e fossero quindi recepite dall’Unione Europea, avrebbero però forza di legge per i Paesi dalla UE.
Il MIMS sta quindi valutando delle possibili modifiche al Codice della Strada che possano recepire queste indicazioni alla luce del progresso tecnologico.
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Una rivoluzione parziale
La “rivoluzione” del 14 luglio sarà però, probabilmente, solo parziale: nel giugno 2020 l’Onu ha definito le caratteristiche degli ADASche realizzano la guida automatica Level 3, recepite dal regolamento Unece R157.
I limiti sono stringenti: si può circolare con questa modalità solo su arterie stradali a carreggiate separate senza pedoni, ciclisti e a velocità inferiori a 60 km/h. Lo sblocco del Livello 3 sarà automatico e avverrà in base alla velocità e ai dati della cartografia elettronica del navigatore; al cessare delle condizioni di velocità, tipo di strada o in presenza di pericoli il sistema notificherà al conducente di riprendere i comandi. Se il guidatore non agirà in tal senso il veicolo accosterà verso la corsia di emergenza fino a fermarsi e allertare i soccorsi con la chiamata automatica eCall ipotizzando un malore.
La situazione negli altri Paesi
Fra i Paesi europei solo la Germania ha già ritoccato, 5 anni fa, la sua legislazione, precisando inoltre quali sono i segmenti autostradali nei quali è ammessa la guida automatizzata. Vicini a questo traguardo anche Francia e Olanda così come Canada e Giappone.
La situazione in Italia
La situazione italiana è ancora nebulosa e non si sa, per esempio, se l’uso degli ALKS sarà permesso su tutte le strade conformi al regolamento o solo su alcune.
In ogni caso, presso il MIMS è stato istituito l’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road, operativo dal 19 giugno 2018, che ha prodotto delle relazioni e sta preparando modifiche al già citato DM del febbraio 2018.