I bus italiani sono i più vecchi d’Europa, ma dal Mims arrivano 860 mln per l’ammodernamento
C’è una buona e una cattiva notizia per la mobilità sostenibile in Italia.
La cattiva è che il parco circolante di autobus in Italia risulta essere il più vecchio rispetto major markerts europei, con un’età media stimata intorno ai 12,5 anni, mentre in Francia, Germania e Regno Unito gli autobus hanno mediamente meno di 10 anni.
La buona notizia, invece, è che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha stanziato i primi 860 milioni alle Regioni per l’acquisto di autobus ecologici e il potenziamento delle ferrovie regionali. In particolare, 600 milioni saranno destinati all’acquisto dei bus, mentre i restanti 260 milioni saranno dedicati alle ferrovie nazionali.
Nel complesso, gli investimenti per il rinnovo dei treni e degli autobus in chiave ‘green’ saranno pari a 7,4 miliardi, comprendendo le risorse previste nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nel Fondo Complementare e nel Bilancio nazionale.
Il Piano di azione italiano prevede infatti il rinnovo del parco con nuovi 3.200 autobus elettrici e a idrogeno nelle aree urbane e 2.000 autobus a metano per il trasporto extraurbano. La sperimentazione dell’idrogeno riguarderà anche le ferrovie non elettrificate con 50 nuovi treni nel Sud e in Val Camonica.
Secondo i dati Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) le Regioni più attente agli acquisti di autobus ad alimentazione alternativa nel biennio 2018/2019 sono state la Lombardia (141 bus) seguita da Emilia-Romagna (161), Lazio (133) Veneto (128) e Sicilia (105). L’obiettivo è di estendere queste best practice e di sollecitare le amministrazioni locali ad attivare il percorso alla transizione green dove ancora non si è intrapreso.
La corsa agli obiettivi del Green Deal
I Paesi e le regioni di tutta Europa si stanno muovendo per rendere le proprie città e la mobilità urbana più green e sostenibile, in vista degli obiettivi per il 2030 fissati dal Green Deal europeo.
Il percorso tracciato dall’Ue per la promozione di veicoli a basso consumo energetico e per rendere sostenibile il sistema dei trasporti, infatti, impone già da qualche anno agli Stati Membri di assicurare che le amministrazioni pubbliche aggiudicatrici tengano conto dell’impatto energetico, dell’impatto ambientale e in termini di emissioni di CO2, nell’arco di tutta la vita del mezzo pubblico.
Dopo il primo autobus a guida autonoma a Parigi e il primato di Mosca in fatto di sostenibilità dei trasporti pubblici urbani, anche in Italia qualcosa si muove. Nel Piano Strategico nazionale della Mobilità sostenibile è infatti prevista l’adozione di un programma di interventi che possano aumentare la competitività delle imprese produttrici di mezzi e servizi nella filiera del Tpl, ma anche di sistemi intelligenti per un trasporto realmente a servizio del cittadino, in linea con il principio del Mobility as a service: intermodalità, integrazione tariffaria, nuove forme di mobilità interconnesse per aumentare la qualità e la quantità dei servizi e per ridurre i tempi di percorrenza per i pendolari.
FIT Consulting è costantemente impegnata nella promozione di una mobilità di persone e di merci sempre più green e sostenibile, in linea con i principi fissati dal Green Deal europeo. Occuparsi della mobilità sostenibile significa per noi prendersi cura del futuro del pianeta. Ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, aumentare la sicurezza dei trasporti, ridurre l’approvvigionamento da fonti energetiche non rinnovabili, risolvere le problematiche legate alla congestione, alla sicurezza, allo sfruttamento del suolo, all’incidentalità, queste le principali tematiche verso le quali quotidianamente si proietta il nostro sguardo. Un orizzonte fatto di smart technologies, smart cities e sostenibilità.
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Fonte: TTS Italia