La logistica italiana: il motore della ripartenza del Paese
Grazie alla pandemia da Covid-19 i riflettori si sono accesi sulla logistica italiana che è così potuta uscire dal cono d’ombra cui è stata ingiustamente relegata per anni.
Ma di cosa ha bisogno il settore oggi per poter progredire? E come si può aumentarne la competitività?
A rispondere è Massimo Marciani, Presidente e fondatore di FIT Consulting, intervistato da Percorsi Scania.
“È necessario ripensare al sistema nel suo insieme, passando da una politica muscolare a una politica cerebrale: questo perché ci stiamo avviando a un processo che di automazione e digitalizzazione di questo settore senza precedenti”.
Digitale, green e strategia saranno i driver principali per la logistica nel prossimo futuro. Le sfide che il settore dovrà affrontare sono molteplici, ma se ben fronteggiate potranno essere delle opportunità per rilanciare tutto il sistema Paese. In primis occorre agire sulle competenze dei lavoratori e sulle risorse umane “investendo tantissimo nella scuola e nella formazione professionale e restituendo dignità a questa professione, in modo da attrarre giovani studenti” sostiene Marciani.
I numeri del settore
Il settore della logistica, nel suo insieme, contribuisce al 9% del PIL italiano.
In Italia, le aziende di trasporto merci su strada sono oltre 89mila.
Solo lo 0,4% dei titolari di imprese di trasporto ha meno di 24 anni, contro il 68% di over 50.
Stessa percentuale di giovani anche tra gli autisti di veicoli industriali, professione nel quale gli over 50 si attestano al 45,8%.
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