L’età media degli autobus assicurati che svolgono il servizio di trasporto pubblico locale (TPL) si è leggermente abbassata rispetto allo scorso anno, passano da una media di 10,6 anni all’attuale media di 10,4 anni. Un piccolo segnale, quello registrato dal monitoraggio avviato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) in collaborazione con la Motorizzazione Civile, effettuato su circa 42mila mezzi, che però lascia intravedere dei segni positivi verso una mobilità pubblica sempre più green.
Lo stato dell’arte nelle regioni
Prosegue infatti il rinnovo in senso ecologico dei mezzi, anche se con importanti differenze territoriali: il Molise, la Basilicata, la Calabria, la Sardegna e l’Abruzzo mostrano un parco veicolare con un’età media complessiva superiore ai 12 anni mentre il Friuli Venezia-Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano un’età media inferiore agli 8 anni.
Più nel dettaglio, il sistema di monitoraggio messo a punto dal Mims evidenzia che la quota di mezzi più inquinanti (Euro 2-3) è più elevata in Molise e Basilicata (sopra il 50%) e in Veneto, Calabria, Abruzzo e Sicilia (tra il 40 e il 50%). Al contrario, in Valle d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Umbria e Lazio è molto elevata (oltre il 48%) la quota di autobus Euro 6. A livello di città metropolitane, Milano e Torino continuano a guidare la transizione verso un TPL a zero emissioni, rispettivamente con 177 e 103 autobus elettrici circolanti a giugno 2022, mentre Roma, Napoli, Genova, Messina e Firenze presentano una quota di veicoli Euro 6 superiore al 40%. La quota di mezzi maggiormente inquinanti resta significativa (oltre il 50%) nelle città metropolitane di Venezia e Catania.
Da precisare, però, che i dati presentati nel monitoraggio non considerano ancora gli effetti positivi sul ricambio del parco mezzi degli ordini in corso, avviati negli ultimi mesi grazie all’allocazione di risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, del Piano Nazionale Complementare e delle altre risorse stanziate dal Ministero, nonché dell’opportunità di utilizzo della gara Consip appena conclusa.
Cresce la quota di mezzi Euro 5 ed Euro 6
A partire da luglio 2021, in particolare, si evidenzia un importante rinnovo degli autobus con mezzi più moderni e meno inquinanti. Tra i diesel, quelli della classe Euro 1 sono usciti dalla circolazione a partire da giugno 2022, la quota di mezzi Euro 2 circolanti cala dall’11% al 8,4%, mentre quella degli Euro 3 dal 26% al 23,4%. Nello stesso periodo si è registrato un incremento degli autobus Euro 5 e Euro 6, passati dal 55,9% al 61,5% del totale dei mezzi ad alimentazione diesel. Questa tendenza è destinata ad accentuarsi nei prossimi mesi fino alla totale messa fuori servizio dei mezzi Euro 2 (che attualmente contano 3.067 unità) entro la fine di quest’anno, e degli Euro 3 (attualmente 8.523) entro il 1° gennaio 2024, come previsto dal decreto-legge 121/2021 (convertito nella legge 9 novembre 2021, n. 156). Il decreto ha previsto, infatti, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del pacchetto europeo “Fit for 55%”, il progressivo divieto di circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti e dunque anche i mezzi del trasporto pubblico locale devono adeguarsi ai limiti imposti sulle emissioni. In particolare, la disposizione prevede che su tutto il territorio nazionale sia vietata la circolazione di veicoli a motore delle categorie M2 e M3 alimentati a benzina o gasolio di classe Euro 1 dal 30 giugno 2022, per Euro 2 a decorrere dal 1° gennaio 2023 e per Euro 3 a decorrere dal 1° gennaio 2024.
Crescono anche mezzi ibridi e a zero emissioni
Tra luglio 2021 e giugno 2022 cresce, inoltre, del 41% la quota di mezzi a zero emissioni (passati da 406 a 575 unità) e del 32% quella dei mezzi ibridi (da 466 a 619 unità), in linea con gli obiettivi del Mims di favorire la transizione ecologica del sistema della mobilità anche attraverso il rinnovo del parco mezzi del TPL.
Fonte: TTS Italia