Negli ultimi anni il tema della mobilità ciclabile ha acquisito sempre di più un peso maggiore nel dibattito pubblico, come abbiamo raccontato anche qui domandandoci a che punto si trovasse l’Italia con le piste ciclabili.
Attualmente, il valore medio è di 23,4 Km per 100 kmq, cifra cresciuta notevolmente negli ultimi cinque anni e che, presumibilmente, continuerà a crescere grazie anche al varo, previsto entro la fine dell’anno, del Piano Nazionale della Mobilità Ciclistica, come recentemente annunciato dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini.
Il piano era previsto già dall’art.3 della legge 11 gennaio 2018, n. 2 e doveva essere approvato entro l’ottobre dello stesso anno. Approvazione mai arrivata ma che ora, stando alle parole del ministro, diventerà realtà entro lo scadere del 2021.
“Il Piano generale della mobilità ciclistica è articolato con riferimento a due specifici settori di intervento, relativi, rispettivamente, allo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano e allo sviluppo della mobilità ciclistica su percorsi definiti a livello regionale, nazionale ed europeo” si legge sul sito di FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta).
Il Piano generale della mobilità ciclistica si riferisce a un periodo di tre anni e reca:
- a) la definizione, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento, degli obiettivi annuali di sviluppo della mobilità ciclistica, da perseguire in relazione a due distinti settori di intervento (mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano e mobilità ciclistica su percorsi definiti a livello regionale, nazionale ed europeo), avendo riguardo alla domanda complessiva di mobilità;
- b) l’individuazione delle ciclovie di interesse nazionale che costituiscono la Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» e gli indirizzi per la definizione e l’attuazione dei progetti di competenza regionale finalizzati alla realizzazione della Rete stessa;
- c) l’indicazione, in ordine di priorità, con relativa motivazione, degli interventi da realizzare per il conseguimento degli obiettivi di cui alla lettera a), nei limiti delle risorse di cui alla lettera e);
- d) l’individuazione degli interventi prioritari per assicurare le connessioni della Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» con le altre modalità di trasporto;
- e) la definizione del quadro, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento, delle risorse finanziarie pubbliche e private di cui all’articolo 10 – Disposizioni finanziarie – della legge, da ripartire per il finanziamento degli interventi previsti nel medesimo Piano generale, nonché di quelli indicati nei piani della mobilità ciclistica delle regioni, dei comuni, delle città metropolitane e delle province;
- f) gli indirizzi volti ad assicurare un efficace coordinamento dell’azione amministrativa delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni concernente la mobilità ciclistica e le relative infrastrutture, nonché a promuovere la partecipazione degli utenti alla programmazione, realizzazione e gestione della rete cicloviaria;
- g) l’individuazione degli atti amministrativi, compresi quelli di natura regolamentare e gli atti di indirizzo, che dovranno essere adottati per conseguire gli obiettivi stabiliti dal medesimo Piano generale;
- h) la definizione, nei limiti delle risorse di cui alla lettera e), delle azioni necessarie a sostenere lo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano, con particolare riferimento alla sicurezza dei ciclisti e all’interscambio modale tra la mobilità ciclistica, il trasporto ferroviario e il trasporto pubblico locale.
Per maggiori informazioni: https://www.ttsitalia.it/piano-nazionale-della-mobilita-ciclistica-giovannini-annuncia-il-varo-entro-fine-anno/