Nei centri urbani italiani crescono le concentrazioni di biossido di azoto (NO2), mentre le polveri sottili PM10 scendono al Sud, ma sono in salita al Nord. È quanto emerge dal Rapporto 2023 “MobilitAria”, lo studio annuale dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr (Cnr-Iia) realizzato in collaborazione con Kyoto Club che analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria al 2022 nelle 14 città metropolitane italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia).
Decarbonizzazione dei trasporti: obiettivi ancora lontani
Dal Rapporto emerge dunque che le città che superano più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell’arco di un anno sono ancora molte, troppe, e i dati relativi alla qualità dell’aria legata alla mobilità urbana confermano che gli obiettivi al 2030 sulla decarbonizzazione dei trasporti sono ancora lontani da raggiungere. I trasporti restano una delle principali fonti di inquinamento: la media complessiva delle 9 città in termini di emissioni derivanti dal settore dei trasporti è il 23,5% sul totale, mentre gli anni della pandemia hanno disincentivato il trasporto pubblico, che ancora stenta a riprendersi.
Le difficoltà del TPL
Nel 2022 – un anno ancora di transizione post biennio 2020-2021 di fase acuta della pandemia da Covid19 – si è registrata infatti una risalita della mobilità urbana, ma il trasporto pubblico ancora non raggiunge i livelli pre-pandemici. L’auto resta invece la protagonista degli spostamenti urbani, pur non raggiungendo i livelli 2019 influenzati da lavoro agile e smart working. Allo stesso modo, per la mobilità attiva a piedi e in bicicletta è ancora da verificare la sua crescita nei prossimi anni.
Mobilità sostenibile: a che punto sono le città italiane?
Novità del Rapporto 2023 è inoltre l’indice sintetico della distanza delle 14 grandi città prese in esame rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e vivibilità urbana attraverso lo sviluppo della mobilità sostenibile al 2030. L’analisi – che ha utilizzato un modello dell’Agenzia Europea Ambiente – ha preso in esame la media dei valori su cinque indicatori chiave per ogni città sulla situazione in atto (trasporto pubblico, mobilità attiva a piedi e in bicicletta, mobilità condivisa, tasso di motorizzazione e ripartizione modale) da cui deriva una valutazione complessiva dello stato della situazione. Emerge un numero per ogni città che dimostra la distanza tra la situazione odierna ed il 2030, che corrisponde al “Deficit di mobilità sostenibile” di ognuna delle 14 città. Da questo numero è stata poi stilata la “classifica” in ordine crescente del Deficit di mobilità sostenibile, al fine di confrontare la situazione delle diverse città, sia complessiva e sia ripartita tra i cinque indicatori. Da tale classifica emerge che la migliore città italiana è Milano con un deficit del 32%, la peggiore Catania con -76%.
Per quanto riguarda invece la situazione delle altre città italiane, rispetto al 2021, i maggiori aumenti di NO2 si sono verificati a Palermo (24%), Bari e Catania (10%), Messina (9%), Napoli (8%), Firenze (6%). In controtendenza sono le città di Reggio Calabria (-25%), Cagliari (-18%), Bologna (-4%) e Milano (-3%). Solo Napoli sfora. Bari, Catania, Messina, Napoli e Palermo sono poi le uniche a registrare peggioramenti in tutte le categorie analizzate da Mobilitaria 2023: valori medi, valori di traffico e valori di fondo.
Tra le 14 città italiane considerate nel rapporto, la situazione più critica sugli sforamenti giornalieri di PM10 si riscontra nella città di Torino con 98 superamenti sui 35 massimi stabiliti per legge. Segue Milano con 84, Venezia con 70, Cagliari con 70. Napoli e Roma, seppure di un solo giorno, superano anch’esse la soglia.
Buone notizie arrivano invece dal fronte degli NO2: nonostante gli aumenti, rispetto al 2019 si registrano valori inferiori. Cagliari segna -42%, -29% a Reggio Calabria, -21% a Roma. Al contrario, sulle polveri sottili si è già sopra i livelli pre-pandemici in molti casi. A Torino, Firenze, Milano e Bologna sono state rilevate concentrazioni di PM10 maggiori rispettivamente del 10% per le prime due, 9% e 4%.
Il Rapporto Mobilitaria2023 è disponibile qui.
Fonte: Consiglio Nazionale delle Ricerche