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Pendolaria 2025, lo stato dell’arte del trasporto pubblico in Italia secondo il report Legambiente

Pendolaria 2025

Pendolaria 2025, lo stato dell’arte del trasporto pubblico in Italia secondo il report Legambiente

Trasporto ferroviario: una sfida tra carenze storiche e nuove opportunità

Il trasporto ferroviario in Italia continua a occupare un ruolo marginale, ostacolato da finanziamenti insufficienti e problematiche sistemiche. Questa condizione si riflette in un servizio che fatica a evolversi, aggravato dagli effetti crescenti dei cambiamenti climatici e da disuguaglianze territoriali, come sottolinea il report Pendolaria 2025 di Legambiente.

Finanziamenti: troppo pochi per il fabbisogno reale

Nonostante la proposta di legge di Bilancio 2025 preveda un aumento di 120 milioni per il Fondo Nazionale Trasporti, le risorse destinate al settore rimangono insufficienti. Dal 2009 al 2024, i finanziamenti statali per il trasporto su ferro e gomma sono scesi da 6,2 a 5,2 miliardi di euro, un calo del 36% in termini reali se si considera l’inflazione.

Il clima come nemico del trasporto pubblico

La crisi climatica sta mettendo a dura prova le infrastrutture di trasporto. Tra il 2010 e il 2024, eventi meteorologici estremi come allagamenti, frane e tempeste hanno causato oltre 200 interruzioni a treni, metro e tram in Italia. Le città più colpite includono Roma, Napoli e Milano, con rispettivamente 36, 12 e 11 eventi. Secondo un rapporto del MIT, senza interventi di adattamento, i danni alle infrastrutture di trasporto potrebbero raggiungere i 5 miliardi di euro all’anno entro il 2050.

Le linee ferroviarie peggiori e i tagli ai collegamenti

I pendolari affrontano ogni giorno difficoltà enormi su tratte segnate da ritardi cronici, soppressioni e infrastrutture obsolete. Tra le linee più problematiche si confermano la Roma Nord-Viterbo, con oltre 5.000 corse soppresse nel 2024, e la ex Circumvesuviana, afflitta da guasti e sovraffollamenti. In Sicilia, la tratta Caltagirone-Gela è ferma da oltre 13 anni, mentre la situazione non è migliore in Calabria, dove le linee Gioia Tauro-Cinquefrondi e Gioia Tauro-Sinopoli giacciono in stato di abbandono dal 2011. Non mancano poi i disservizi sulle linee interregionali: tratte strategiche come Milano-Venezia e Torino-Bologna hanno subito significativi tagli negli ultimi anni, aggravando ulteriormente i disagi.

Il Sud: il grande escluso

Il Mezzogiorno continua a essere la regione d’Italia più penalizzata in termini di trasporto ferroviario. Qui l’età media dei treni supera i 17 anni, rispetto ai 9 anni del Nord, e gran parte della rete ferroviaria rimane non elettrificata. Numerose tratte, come la Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013, restano dismesse.

Le proposte di Legambiente per il rilancio del trasporto pubblico

Per invertire la rotta, Legambiente propone:

  1. Maggiore investimento pubblico nel settore dei trasporti, con un rafforzamento del coordinamento da parte del Ministero delle Infrastrutture.
  2. Promozione della mobilità sostenibile urbana, attraverso piste ciclabili, zone a traffico limitato, e un potenziamento del trasporto pubblico locale con tram, metro e autobus elettrici.
  3. Servizi di qualità nelle città, per garantire una rete di trasporto più efficiente e inclusiva.

Buone notizie e buone pratiche

Nonostante il quadro complesso, ci sono segnali positivi. A Milano è stata inaugurata la linea M4, che collega l’aeroporto di Linate al centro, evitando milioni di spostamenti in auto. Napoli ha visto l’apertura della linea 6, e Catania ha esteso la sua metropolitana. Inoltre, l’età media dei treni in Italia è scesa a 14,8 anni. Tra le buone pratiche, spicca l’introduzione di un abbonamento unico in Valle d’Aosta al costo di 20 euro mensili e il sistema integrato di trasporto metropolitano implementato a Bologna.

Fonte: TTS Italia