Le città, complici la pandemia e il boom dell’eCommerce, stanno cambiando e con esse cambia lo spazio urbano e l’uso che di esso se ne fa.
Il cambiamento, visibile soprattutto nei centri più grandi e nelle aree metropolitane, è portato avanti grazie alla pianificazione della mobilità sostenibile mediante i cosiddetti Piani Urbani sulla Mobilità Sostenibile o PUMS, ossia lo strumento che consente di strutturare una base di conoscenza dei bisogni sulla mobilità, di progettare interventi di qualità sia infrastrutturali che relativamente ai servizi, canalizzare le diverse risorse oggi disponibili sui temi di intervento e modificare – se necessario – i modelli di offerta esistenti sulla base della reale richiesta della domanda.
Abbiamo approfondito il tema dei PUMS anche qui.
Il cambiamento che le città e le aree metropolitane stanno vivendo è stato anche il tema al centro del webinar “Pianificare al centro della nuova mobilità” organizzato da ANCI in occasione della Conferenza Nazionale sulla Mobilità Sostenibile e nel corso del quale è intervenuto anche Massimo Marciani, Presidente FIT Consulting.
“Il primo grande cambiamento che stiamo vivendo – ha spiegato Marciani – è che oggi non si parla più di aree metropolitane, ma di aree funzionali, ossia vi è la presenza di un territorio baricentrico con una grande densità abitativa che funge da “attrattore” e una zona circostante, non necessariamente contigua, con la quale si realizza uno scambio di lavoro, formativo o turistico. Si tratta cioè di una zona non confinante ma ben integrata”.
Per quanto riguarda invece la mobilità delle merci all’interno delle città, con la pandemia, le restrizioni e il conseguente boom dell’eCommerce qualcosa è cambiato: “Prima del Covid le merci non interessavano molto, c’era la percezione che la gestione della mobilità commerciale fosse un sistema gestito da privati che si adattava autonomamente mentre l’intervento normativo era solo coercitivo, realizzato con divieti, chiusure e finestre di traffico. L’accelerazione data dal covid in termini di multicanalità e digitalizzazione ci porta oggi a non fare più una contrapposizione tra trasporto merci e trasporto persone. La competizione si è spostata dalla condivisione delle strade tra diversi mezzi di trasporto (autobus, camion e macchine) al marciapiede. Nei prossimi 20-30 anni le città saranno diverse, le auto di proprietà andranno a scomparire, ci saranno servizi a chiamata più specifici e si svilupperà sempre di più la guida autonoma che prevede l’uso e non il possesso del mezzo. A fare la differenza sarà quindi l’uso che si farà del marciapiede per l’accosto del veicolo. In una proiezione futura, il tema della logistica urbana va visto all’interno del più ampio tema del curbside management, occorre cioè trovare un modello di governance che consenta secondo certi parametri di dare priorità all’utilizzo dell’accosto, del parcheggio, della fermata e delle zone di carico/scarico. Bisognerà gestire una forma di multi-modalità”.
Ma come gestire il cambiamento che investirà – e già sta investendo – le città? “Le città dovranno decidere la loro priorità, che sia essa la ciclabilità, la pedonalizzazione o qualsiasi altra cosa. Occorre cominciare a considerare l’ecosistema urbano nelle sue dimensioni – ha concluso Marciani – iniziando a vedere anche una dimensione economica del motivo per cui i flussi si muovono e cercando di gestire il fenomeno e le esigenze dei diversi stakeholder”.
Riascolta qui l’intervento integrale di Massimo Marciani
Riascolta qui il webinar “Pianificare al centro della nuova mobilità”